La crisi continua a farsi sentire, non bisogna nasconderlo, e nonostante già da qualche anno si avvertano i segnali di una timida ripresa, sono ancora in molti i settori che stentano a riemergere e a tornare produttivi come un tempo. L’Italia insomma è ancora bloccata in una fase di riavvio che sembra essere eterna. Eppure, come già accennato, dei segnali di ripresa ci sono.
Questi provengono soprattutto da alcuni settori circoscritti, gli stessi che del resto hanno sempre fatto la grandezza del nostro Paese. Al turismo, alla moda, alla cucina, alle manifatture di qualità, si unisce però un nuovo motore di crescita che, in estate particolarmente, alimenta l’economia italiana con una spinta fortissima. Stiamo parlando della cosiddetta “movida” notturna, molto spesso demonizzata e additata unicamente come fonte di problemi e violenza, in realtà anche settore dagli interessanti tassi di crescita sia in termini di imprese che operano nel settore sia in termini di occupati che vi lavorano.
Da un punto di vista strettamente economico, con movida intendiamo tutta quella categoria che racchiude le imprese che operano nello shopping, nella ristorazione, nel tempo libero, nello sport, nella musica, e nell’intrattenimento; imprese che negli ultimi anni hanno fatto registrare un aumento del giro d’affari a livello nazionale praticamente ininterrotto. Lo rivela una ricerca curata dalla Camera di Commercio di Milano sui dati del Registro delle imprese.
Andando più nello specifico, scopriamo grazie ai dati della Camera di Commercio che a livello territoriale il business è fiorente soprattutto in Lombardia, in particolare a Milano, dove solo nell’ultimo anno è stata registrata la nascita di 800 nuove imprese operanti nel settore movida. Nel complesso della Regione Lombardia sono ad oggi 120mila le imprese legate alla movida (41mila a Milano, oltre 17mila a Brescia e 13mila a Bergamo), ma si tratta unicamente di uno specchio di quella che è la situazione generale in tutta Italia.
Anche in termini di addetti il settore si afferma come motore occupazionale, con 241mila lavoranti solo a Milano, 474mila in Lombardia e ben 2,6 milioni in Italia. Roma segue Milano con circa 200mila addetti; Napoli resta indietro con 120mila.
Dati importanti che lasciano intravedere una situazione quanto mai rosea, soprattutto se paragonata a quella di altri campi in cui i livelli occupazionali stentano a crescere da anni. A quanto pare il divertimento notturno non è allora solo svago: dall’altra parte del bancone, infatti, possiamo ancora trovare l’Italia che lavora.